Un appello alla non violenza non ferma la violenza

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Updated: Luglio 16, 2014
Violenza negli stadi

La tragica morte di Ciro Esposito, il tifoso napoletano, ferito a Roma per la partita di Coppa Italia Napoli-Fiorentina il 3 maggio 2014, e successivamente deceduto dopo aver agonizzato 50 giorni in ospedale, ha e avrà delle conseguenze.

VIOLENZA CHE PORTA ALLA VIOLENZA

Dopo pochi giorni dalla morte di Esposito, due tifosi romanisti, in tempi diversi, sono stati accoltellati a Napoli. Non si può ancora ricondurre il fatto alla morte del tifoso napoletano, ma di certo l’appello alla non violenza fatto dalla mamma, dalla fidanzata e dallo zio di Ciro Esposito, servirà a poco. Perché è insita nella tifoseria italiana, e non solo, ma soprattutto, una forte aggressività: ovviamente si parla di tifo, ma bisognerebbe parlare di personaggi che realmente non sanno cosa significhi essere davvero tifosi. La scusa è l’attaccamento alla maglia, che può essere del Napoli, della Roma, della Juve, della Lazio, del Milan, dell’Inter (e così via): ma questa non ha nessuna importanza. E’ appunto solo una motivazione per colpire, ferire, fare a botte il tifoso della squadra avversaria.

PERCHE’ SI HA BISOGNO DI VIOLENZA?

Si arriva ad essere furiosi, rabbiosi, con voglia di spaccare il mondo, per i motivi più svariati: ma sembra quasi che indossare la veste del tifoso, per alcuni, significhi voler mostrare la violenza a tutti i costi. Ci sono città e squadre, non ce lo nascondiamo, che sono più inclini a manifestare aggressività. Ma nessuno stadio di calcio italiano, ormai, è scevro dall’avere una tifoseria violenta che danneggia il calcio. Le cause potrebbero essere: disagio economico e sociale, noia, nessun interesse a parte il calcio, tanto per fare degli esempi. Ma resta comunque inammissibile arrivare a degli eccessi come quelli visti a Roma per la finale di Coppa Italia.

SI PUO’ FARE QUALCOSA PER FERMARE LA VIOLENZA?

Indubbiamente le misure da prendere dovrebbero essere quelle già prese da nazioni che conviveano con la violenza quanto e più di noi. Gli hooligans inglesi, e tutte le violenze negli stadi inglesi. Ma sono stati fermati con provvedimenti davvero duri. E ora le eco di situazioni tragiche agli stadi inglesi son più che lontani. E allora perché non attuarle anche da noi? Perché aspettare sempre che scappi un nuovo morto e continuare a non adottare nessun rimedio?

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