DIEGO ARMANDO MARADONA: UNA VITA, UNA STORIA

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Updated: Giugno 28, 2014
Diego Armando Maradona

Un ragazzino riccio, moro, scuro di pelle, piccolino di corporatura e di altezza che gioca a pallone in una periferia di Buenos Aires, un ragazzino come mille altri, il cui nome è Diego Armando Maradona. Nato il 30 ottobre 1960, come la maggior parte dei bambini sudamericani, già in tenerissima età tira calci al pallone: si destreggia nelle strade, giocando con i compagni e gli amici. Lo fanno tutti i bimbi… Eppure Diego, detto Dieguito, ha una marcia in più. Se ne accorgono tutti, se ne rende conto anche lui: da subito viene chiamato “el pibe de oro” (il ragazzo d’oro). Da subito notato, Dieguito entra prima nell’Argentinos Juniors” e prosegue nel “Boca Juniors”.

PICCOLI UOMINI CRESCONO

Il talento straordinario di Diego Armando Maradona è talmente evidente che a soli 16 anni l’Argentina già lo acclama e lo vorrebbe veder giocare nei mondiali del 1978, i loro mondiali. Ma per Menotti, il ct argentino dell’epoca, è troppo giovane e non vuole bruciarlo. Scelta saggia: perché fa nascere nel giovane Maradona l’ansia di riscatto e la voglia di giocare a calcio più forte che mai. Già in Spagna 1982, a venti anni, si fa notare in tutto il mondo. Si comincia già a parlare della somiglianza tra il piccolo campione e la stella di tutti i tempi, Pelè.

LO SFORTUNATO INGAGGIO AL BARCELLONA (1982-1984)

MAGLIA NUMERO DIECI MARADONA A NAPOLIPoteva un team come il grande Barça lasciarsi sfuggire un’occasione così ghiotta? No, di certo. E la squadra riesce a strappare al Boca il giovane Maradona con un ingaggio di ben 7 miliardi di lire dell’epoca. Una cifra enorme: e il ragazzo non delude (vince nel 1983 la Coppa del Re) e non fa pentire i manager del Barcellona. Almeno fino a quando Andoni Goicoechea, che gioca nella difesa dell’Athletic Bilbao, gli procura un grosso danno: frattura caviglia sinistra e rottura del legamento (cosa che, già grave per un comune mortale, diventa tragica per un calciatore).

“Maradona è megli’e Pelè” (1984-1996)

Diego MaradonaUn danno grave: ma dopo quel momento arriva una grande svolta. “El pibe de oroapproda in Italia, in quella che diventerà la sua seconda squadra, dopo l’Argentina: a Napoli. E in effetti a Napoli viene amato, coccolato, adorato, quasi paragonato a San Gennaro: diventa un vero e proprio scugnizzo. Piccolo, velocissimo folletto imbattibile, non perde una partita. Sconfigge le grandi e blasonate squadre italiane, fa arrivare per ben due volte il Napoli al tanto agognato scudetto (nel 1987 e nel 1990). E da tutti i tifosi napoletani si sente un solo canto allo stadio: “Maradona è megli’e Pelè”.

UNA CARRIERA TUTTA IN ASCESA.

Vittorie su vittorie: non solo con il Napoli, ma anche con la sua squadra nazionale. Premi su premi che si accumulano nel corso degli anni. Maradona è amato dal popolo perché rappresenta il riscatto dell’uomo poverissimo e di bassa estrazione sociale che ce la fa: che diventa ricchissimo senza montarsi mai la testa e sfidando i grandi.

GLI ANNI DEL DECLINO

Ovviamente un campione come Maradona, con tutto il pressing fisico e psicologico, non ha avuto solo gloria e onore. Dopo i fruttuosi anni in cui ha vinto praticamente tutto, comincia il declino. Sono gli anni 90: nel 1991 è positivo a un controllo antidoping. Grande scandalo: e da lì la caduta agli inferi. Il grande campione fa uso di cocaina, beve, conduce una vita dissipata. E lui comincia a parlare: o meglio a straparlare. Non è facile essere un mito e rimanere lucidi. In pochi ce la fanno. Ma lui dopo alti e bassi ce la fa ancora una volta. Nel 2008 viene ingaggiato come allenatore della nazionale argentina: e nei mondiali in Sudafrica 2010 si qualifica a un buon livello.
Oggi è un signore di mezza età: che fa pubblicità, va in televisione, ha problemi con il fisco, fa l’allenatore. E, di sicuro, non ha finito di far parlare di sé.

vedi anche: Maradona o Messi?

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CONTINUA…ROBERTO TODINI

Maradona dopato? No. Cattivo esempio? Si, forse, non sappiamo.

Vogliamo occuparci delle vicende meno edificanti della parabola umana e sportiva di Maradona per stabilire un punto: Maradona non era un dopato. Premettiamo che non è un tentativo di ripulire la sua immagine che non ne ha bisogno, Maradona èil cattivo esempio” per la parte benpensante della stampa ma i tifosi non hanno mai smesso di amarlo.

Diego Armando Maradona risultò positivo a due controlli anti-doping, prima alla cocaina e nel 1994 durante i mondiali all’efedrina, cosa si intende comunemente per doping? Assunzione di sostanze che falsano una competizione sportiva dando un vantaggio a chi le assume, è chiaro che Maradona non assumeva cocaina per questo, diverso il discorso efedrina, ma nel 1994 era già nella fase finale e meno gloriosa della sua carriera, aveva avuto problemi di peso e l’efedrina è una sostanza simile alle anfetamine usata per dimagrire.

Non stiamo sostenendo che la squalifica non fosse giusta, la regola esiste, era giusto applicarla, probabilmente ha anche un senso, non vogliamo sminuire l’effetto deleterio che l’esempio può avere sui giovani, ma affiancare il nome di uno sportivo alla parola doping evoca immagini di vittorie sporcate o addirittura falsate, non è il caso di Maradona. Nessuno lo crede confidiamo, ma a volte la necessità d riassumere genera questo improvvido abbinamento.

Altra questione è la contrapposizione extra-sportiva tra il politicante Pelè, uomo immagine di quell’organizzazione mafiosa? che è la FIFA di Blatter, e Maradona lo scugnizzo con vizi personali e contraddizioni che hanno danneggiato solo lui. Le istituzioni e la stampa sappiamo chi dei due amano, il “popolo”, specialmente gli appartenenti ai ceti più bassi, ama Maradona.

diego armando maradonaIn queste settimane durante il mondiale brasiliano abbiamo sentito i contestatori dello spettacolo sfarzoso inscenato in mezzo alle contraddizioni sociali definire Pelè traditore del popolo. Non stiamo dicendo che Maradona sia un campione delle masse o un leader politico, basti vedere le sue confuse frequentazioni che vanno dell’ultra liberista di destra ex-presidente dell’argentina Menem a Fidel Castro e Chavez, passando per il mito di Che Guevara e le dichiarazioni anti-USA. Si potrebbe obiettare che finché era in auge frequentava i salotti buoni, poi è diventato rivoluzionario, infine anti americano dopo che è stato maltrattato per i precedenti di droga e la positività al controllo anti-doping ai Mondiali negli USA del 1994.

La verità è che probabilmente Maradona persona sincera ma piena di contraddizioni e non colta, confondeva la sua emancipazione dalla povertà con quella del suo popolo, fra tante critiche giuste quella alla sfarzosità del matrimonio è quella che meno condividiamo, siamo convinti che fosse sincero quando disse che per lui era un modo per condividere la sua fortuna con i tifosi più poveri.

Ecco questo è Maradona certo come uomo non è un esempio, ma è addirittura da additare come cattivo esempio? Crediamo che le persone siano in grado di discernere, se la sincerità è un valore e l’ipocrisia un disvalore forse Maradona non è il peggior esempio che abbia calcato il palcoscenico dello sport.

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Maradona

I GRANDI DEL CALCIO MONDIALE

vedi anche: Diego Armando… MaraMessi

VEDI I DATI BIOGRAFICI (DEL PIBE DE ORO)

DATI BIOGRAFICI

Nazionalità  Argentina
Altezza 165 cm
Peso 67 kg
 

DATI AGONISTICI

Ruolo Allenatore (ex centrocampista, attaccante)
Ritirato 1997 – giocatore
2012 – allenatore
Carriera
Giovanili
1970-1976  Argentinos Jrs

SQUADRE DI CLUB

1976-1981  Argentinos Jrs 166 (116)
1981-1982  Boca Juniors 40 (28)
1982-1984  Barcellona 36 (22)
1984-1991  Napoli 188 (81)
1992-1993  Siviglia 26 (5)
1993-1994  Newell’s O. B. 5 (0)
1995-1997  Boca Juniors 30 (7)

NAZIONALE

1977-1979
1977-1994
 Argentina U-20
Argentina
24 (13)
91 (34)

CARRIERA DA ALLENATORE

1994  Textil Mandiyú  
1995  Racing Club  
2008-2010  Argentina  
2011-2012  Al-Wasl  

PALMARES

 Mondiali di Calcio Under-20
Oro Giappone 1979
  Mondiali di calcio
Oro Messico 1986
Argento Italia 1990
  Copa América
Bronzo Brasile 1989

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