Confronto: Michael Schumacher contro Ayrton Senna

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Updated: Agosto 24, 2014
Senna scumi

Senna Schiumi alle maniIL CONFRONTO – Ayrton Senna da Silva e Michael Schumacher sono due fra i più grandi piloti nella storia della Formula 1, i due sono accomunati da alcune statistiche che li vedono disputarsi il primo posto, dall’affetto del pubblico e da un destino tragico, senza appello quello di Senna che pose fine alla vita del pilota, tragico ma non mortale quello di Michael Schumacher.  D’altro canto la vicenda sportiva e umana dei due piloti  è segnata  da profonde differenze: una è il fatto che Schumacher in molti degli otto mondiali vinti sia stato dominatore assoluto, cosa che non si può dire nel caso di Senna la cui carriera fu caratterizzata da una rivalità molto accesa con il francese Alain Prost,
un’altra differenza è il diverso rapporto col mondo della Formula 1, quello di Senna fu caratterizzato da un perenne rapporto di conflittualità con i vertici. Ma vogliamo iniziare ricordando una coincidenza, una specie di segno del destino, Schumacher vinse il maledetto Gran Premio di Imola 1994, quello in cui Senna perse la vita, tra l’altro maledetto quel gran premio lo fu davvero,  uno spartiacque nella storia della Formula 1, considerando i tre giorni di gara tra prove libere, qualifiche e corsa si contano un incidente a Barrichello nelle prove libere, l’incidente mortale occorso a Roland Ratzenberger nelle prove del sabato. il ferimento di alcuni spettatori ad opera dei detriti di una macchina incidentata e la morte di Senna in gara.

STATISTICHE, PRIMATI E CARATTERISTICHE TECNICHE

schumiChi è l’uomo delle Pole? Le cifre ci dicono che Schumacher è al primo posto anche in questa classifica, come lo è in molte delle classifiche relative alle statistiche della storia della Formula 1, ma se guardiamo alla percentuale in base ai Gran Premi disputati l’uomo delle Pole è Senna. Nei gran premi vinti Schumacher è primo assoluto anche grazie alla sua lunga carriera (del resto è in testa a pari  merito nella classifica del numero di Campionati del mondo disputati con 19) , ma sopravanza Senna, anche se di poco, pure in percentuale: 91 vittorie su 307 gran premi pari al 29,64% contro i 41 su 161 di Senna pari al 25,47%. D’altro canto come abbiamo detto ci sono state delle annate in cui il binomio Schumacher/Ferrari non aveva rivali che lo impensierissero, Senna ha dovuto sempre lottare e non sempre con a disposizione l’auto migliore, diversi suoi mondiali si sono risolti all’ultima gara (uno vinto e uno perso sempre contro Prost). Schumacher dava l’impressione di essere il più forte della sua generazione in tutto, Senna era di gran lunga il più veloce in pista, invece con buona pace dei tifosi ad oltranza, secondo alcuni Prost era persino migliore nella messa a punto della vettura e nel pianificare la strategia. Quel che è certo è che Senna verrà sempre ricordato come l’uomo della pioggia, era imbattibile sul bagnato, testimonianza inequivocabile di un talento nella guida senza pari.

I DIFFICILI RAPPORTI DI SENNA CON LA FEDERAZIONE

Il casco di SennaSenna a più riprese si scontrò con la Federazione che all’epoca era presieduta da Jean-Marie Balestre, guarda caso francese come il suo arci rivale, questo non fece che aumentare la sua sfiducia  e quella dei suoi sostenitori verso l’equidistanza dei vertici. In questi casi è sempre difficile esprimersi, anche se siamo per natura contro i complottismi da un lato Senna ha certamente ragione di lamentarsi di quanto successe nell’ultima gara del Campionato del Mondo del 1989 disputatasi in Giappone: dopo un contatto con Prost riuscì a ripartire, a differenza del rivale, e a vincere la gara, ma venne squalificato e il mondiale andò al francese. In realtà la quasi totalità delle decisioni dei giudici in circostanze analoghe furono a favore del pilota sia prima che dopo quell’episodio, ma questo è prova di un favoritismo o addirittura di un complotto? Schumacher proprio nell’anno del suo primo mondiale con la Benetton, il maledetto (per Senna) 1994, subì due squalifiche consecutive una delle quali provocata da una segnalazione sbagliata da parte della sua squadra (il consiglio di non rispettare una penalità inflitta dai giudici) eppure proprio dopo i fatti di Imola 1994 Schumacher divenne il presidente della Grand Prix Drivers’ Association, rivelandosi quindi molto più uomo delle istituzioni rispetto a Senna, non ci interessa esprimere un giudizio registriamo solo una differenza nel rapporto che i due campioni ebbero con l’establishment del  loro mondo.

DESTINI TRAGICI

La vita di Senna terminò,  durante il Gran Premio di San Marino del 1994, disputatosi come sempre nel circuito di Imola. Il piantone dello sterzo della sua monoposto cedette alla curva del Tamburello, una curva ad ampio Schumacher sciaraggio, quindi velocissima, un quasi rettilineo, ritrovatosi con una macchina ingovernabile andò ad impattare pesantemente contro un muretto. Le indagini dopo l’accaduto stabilirono che  Senna fu ucciso dal puntone della sospensione anteriore destra che spezzatosi andò a conficcarsi nella visiera del casco del pilota e che invece i danni provocati dalla brusca decelerazione non c’erano stati o erano stati trascurabili, l’abitacolo l’aveva protetto così come era successo in incidenti analoghi ad altri piloti. In seguito fu appurato che il piantone dello sterzo cedette per via di una saldatura fatta a mano per allungarlo (Senna si era lamentato che non vedeva la strumentazione)  che non sopportò le sollecitazioni della gara. Il direttore tecnico del team Patrick Head riconosciuto colpevole di omicidio colposo non fu condannato perché era sopravvenuta la prescrizione. Michael Schumacher non ha condiviso il destino tragico di Senna durante la sua carriera ma dopo essersi ritirato, il 29 dicembre 2013  ha avuto un gravissimo incidente  mentre sciava col figlio a Méribel in Alta Savoia. Ha subito un’emorragia cerebrale di vastissime proporzioni tanto che a lungo si è temuto per la sua vita, è stato messo in coma farmacologico dai i medici (contiene i danni in caso di gravi traumi cerebrali) e vi è rimasto per sei mesi.  Ora è in riabilitazione, ma dopo un coma di questa lunghezza non c’è dubbio che sarà lunga e difficile e non potrà non lasciare strascichi, dunque si può dire che anche la vita di Michael Schumacher  si sia interrotta bruscamente e quella che verrà dopo sarà differente, con l’augurio naturalmente che possa recuperare al meglio possibile.

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