Crederci, sempre! La mitologica nazionale di bob giamaicana

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Updated: Febbraio 23, 2017

L’idea di creare la squadra fu di due statunitensi, George Fitch e William Maloney, che avevano affari e legami familiari con la Giamaica. Videro una gara di “carretti” e pensarono che somigliava al bob, eccetto per il ghiaccio. Poiché la partenza è una parte molto importante della gara e la Giamaica ha così tanti velocisti, pensarono di poter reclutare qualcuno degli atleti delle olimpiadi estive, ma questi non stravedevano per l’idea. Si rivolsero all’esercito e proposero l’idea al Colonnello Ken Barnes.

A dirlo è  Devon Harris, un bobbista giamaicano, anzi uno dei quattro a far parte della spedizione dell’isola caraibica alle Olimpiadi invernali di Calgary nel 1988, celebri per noi italiani, per l’impresa di Alberto Tomba.
Proprio nella terra calda che ha visto nascere corridori e velocisti, pensiamo al dominio di Usain Bolt o ad Arthur Wint, primo giamaicano a vincere un oro alla prima apparizione della sua Nazionale alle Olimpiadi di Londra del 1948. Idea abbastanza folle: una Nazionale di bob messa su grazie alla passione (o scommessa?) dei due miliardari statunitensi e all’intuito di chiedere “in prestito” alcuni sprinter da riadattare al ghiaccio. Devon Harris, tenente dell’esercito giamaicano; Dudley Stokes, capitano dell’aeronautica giamaicana; Michael White, soldato della Riserva Nazionale e Samuel Clayton, ingegnere ferroviario.
Ecco il team strambo, agli occhi esterni, che per la prima volta nella storia si è presentato a un’Olimpiade invernale.

Dopo la selezione degli atleti, i primi allenamenti si tennero proprio in Giamaica su quei “famosi” carretti, ma successivamente il team si spostò a Lake Placid negli Stati Uniti e a Igls in Austria.
Male, malissimo all’inizio, ma piano piano anche grazie a Sepp Haidacher, allenatore austriaco, arrivarono i primi risultati che avrebbero portato la squadra alle Olimpiadi di Calgary, nel febbraio del 1988.

“Squadra simpatia” per eccellenza, carica di ironia, ma anche determinazione e orgoglio. Dal sole tropicale al gelo, loro ci avevano creduto per davvero, creando attese nella competizione del bob a quattro. La terza manche è passata alla storia: i quattro giamaicani a pochi metri dal traguardo cappottarono rovinosamente. Sconforto e dolore, ma supportati e incitati, volevano a ogni modo arrivare fino in fondo. Così, aiutati dallo staff della manifestazione, trascinarono il bob e varcarono la linea a piedi.

La loro storia è stata immortalata nel 1993 nel film prodotto dalla Disney “Cool Runnings – Quattro sottozero”, ma anche in Italia, negli anni successivi è arrivato il loro eco. La Fiat, infatti, negli anni 2000 ha girato un paio di spot per promuovere il modello Doblò, invitando proprio la Nazionale giamaicana a girare una serie di sketch esilaranti.

La possiamo definire un’impresa, senza retorica: la Giamaica è stata presente alle Olimpiadi invernali nel bob fino ai giochi di Salt Lake nel 2002 mentre, dodici anni dopo, in Russia si è presentata la squadra del bob a due, con la coppia formata dal quarantaseienne Winston Watt, che era uno dei membri del team del 1994 e del 1998, e dall’ex velocista Marvin Dixon.
A quasi 30 anni dal debutto a Calgary (l’anno prossimo ci saranno le Olimpiadi in Corea del Sud) la squadra è senza un allenatore e senza i soldi necessari per assumere uno. Si sono rivolti al web, creando una campagna di crowdfunding sul sito GoFundMe: al momento hanno racconto circa 2mila dollari, ma il loro obiettivo è arrivare a 60mila.
Kathleen Pulito, media coordinator del team che ha creato la donazione, crede nell’impresa: con l’allenatore e il giusto apporto la Giamaica può lottare per una medaglia!

 

Il team originale in una foto del 2007

Mondiali.it

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