La ripresa del campionato si avvicina
Archiviato il primo mondiale invernale con la grande vittoria dell’Argentina sulla Francia...
Era giusto o non era giusto farlo. Il mondo del calcio si è diviso su quella che, per la maggior parte degli addetti ai lavori, è stata la decisione più assurda del secolo: l’esonero di Claudio Ranieri, sollevato dall’incarico di allenatore del Leicester a stagione in corso.
Il gesto mediatico più eloquente è stato quello di José Mourinho con la maglia targata CR (tranquillo Cristiano Ronaldo, questa volta non c’enti) esibita con fierezza in conferenza stampa alla vigilia della finale di Coppa di Lega.
Chi vi scrive non ha mai nascosto la propria forte ostilità nei confronti del calcio difensivo, speculativo e “furbo”: Ranieri “the king” ne è la massima espressione, forse uno degli esponenti di punta della scuola italiana anni ’80-‘90 tra cui figurano i vari Lippi, Trapattoni e Capello. Tuttavia il caso Ranieri merita un approfondimento, vista l’anomalia di un contesto irripetibile.
Chi, prima di questa esperienza inglese, lo definiva “perdente”, dimenticava che:
-Viene chiamato alla Juve un anno dopo Calciopoli (2007). Da “neopromossa” la Vecchia Signora si piazza terza, centrando subito la qualificazione in Champions. L’anno successivo, a due giornate dal termine, la dirigenza lo esonera affidando l’incarico a Ferrara al termine di una stagione in cui i bianconeri arrivano secondi in campionato alle spalle dell’Inter di Mourinho.
Sappiamo come andarono le cose nell’immediato futuro di quella Juventus: due settimi posti consecutivi con i vari Ferrara, Zaccheroni e Del Neri.
– Nella stagione 2009-2010, dopo due giornate di campionato e altrettante sconfitte, Luciano Spalletti si dimette da allenatore della Roma e al suo posto viene chiamato Claudio Ranieri. La stagione si chiude con uno Scudetto sfiorato e una finale di Coppa Italia persa contro l’Inter del triplete.
– Dopo una disastrosa partenza con un punto in tre partite, l’Inter solleva dall’incarico Gasperini e chiama il “normalizzatore” Ranieri che, dopo aver parzialmente raddrizzato la situazione, non riesce a dare continuità: sei mesi di risultati alterni portano la dirigenza Moratti a sostituirlo con l’allora promettente Stramaccioni. Quello che accadde poi.. è cosa nota a tutti.
Degne di nota sono anche le sue tappe al Valencia e al Chelsea, squadre che gli riconoscono il merito di aver costruito basi importanti per il futuro di entrambi i club.
Ma torniamo al Leicester. Quella che doveva essere una bella avventura di fine carriera si trasforma rapidamente nella serie tv più seguita degli ultimi cinquant’anni dopo Dawson’s Creek. In un 2016 contraddistinto dalla vittoria di Trump e dalla Brexit, la favola Leicester ci ricorda che la vita non è poi così malvagia. Parlare di miracolo è persino riduttivo per una squadra che puntava dichiaratamente alla salvezza a inizio stagione e che ha conquistato la Premier con le unghie e con una rabbia agonistica senza precedenti.
Considerazioni finali:
M.C.