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Ricerca motoristica e sviluppo aerodinamico: così il cuore della SF70H può ruggire ancora.
Maranello – Molto si è detto dopo la vittoria della rossa che fa battere il cuore degli appassionati italiani e non solo. Che è dipesa dalla perfetta adattabilità alle nuove gomme formato “large” della Pirelli (un problema finalmente risolto dopo anni che i piloti passavano tempo a “scaldare” gli elementi traenti) superiore a quella delle altre scuderie (in primis Mercedes e Red Bull), dalla maggior velocità che la motoristica ha impresso al bolide che Seb Vettel ha riportato alla vittoria dopo diciotto mesi. Si è detto e scritto anche di altri ma per sintetizzare focalizziamo su questi due aspetti.
La problematica è adesso questa: come consentire alla Ferrari di non limitarsi a questo primo successo nel Campionato Mondiale ma consentirle di trionfare ancora nei prossimi gran premi?
La risposta o se volete la chiave è nella velocità e qualità degli sviluppi sia nell’ambito motoristico che in quello aerodinamico.
A pensare a questo è il direttore tecnico Matteo Binotto che guida un team di talenti giovani e quasi tutti italiani, team che ha lavorto duramente, a testa bassa e soprattutto senza tante chiacchiere e proclami nell’inverno per mettere questo gioiello nelle mani di Sebastian e Kini.
Il capo progetto è Simone Resta, dell’aerodinamica si occupa Enrico Cardile con il supporto prezioso di David Sanchez, la ricerca motoristica è affidata a Pietro Sassi.
L’armonia ritrovata nello “spogliatoio” di Maranello dove non si assiste più assiste, per il momento, a sfide fratricide tra prime donne, a litigi e polemiche interne, questo è il fattore chiave che consentirà di riportare il titolo mondiale nella località del modenese.
Giovanni Monaco