Hyeon Chung, il ragazzotto coreano che ha demolito Djokovic e che ringrazia l’oculista
Bisogna volare basso. Con i sogni e con i paragoni pressanti. Ma...
Etna – Jan Polanc fa tutto o quasi da solo. Pronti, partenza e via e dopo poco inizia la fuga di quattro corridori tra cui il russo Brutt, il sudafricano Van Resnburg, il nostro Alafaci che cercano di limitare l’esplosività di Polanc che attacca e stacca Brutt e Alafaci e una volta restato solo con il sudafricano molla anche quello. Affronta bene la discesa prima di Nicolosi (dove cade Kruijsvijk) e aggredisce la salita fino al traguardo, resistendo alle folate micidiali del vento. Nel frattempo si stacca dal gruppo un plotoncino di una ventina di corridori che perde pezzi per strada quando la pendenza raggiunge il 12%, a partire dal Salto del Cane. E mentre Polanc pedala instancabilmente alle sue spalle se ne vedono delle belle a partire da 3 chilometri dalla fine. E di questo manipolo fanno, naturalmente, parte lo squalo e el condor.
Il primo a tentare l’allungo è il danese Jensen che non dura molto (e pagherà lo sforzo) neutralizzato dal gruppetto di inseguitori. E’il momento giusto per provarci. La piccola formazione resta lì a guardarsi, sembra immobile. Quintana marca uomo Vincenzo, la cui squadra (Bahraim Merida) fa di più del possibile per lanciarlo. E lo squalo azzanna el condor e parte. Dura poco perché il siciliano di Messina risente presto del vento pazzesco che sferza le pendici del vulcano. Altro momento di stasi e poi schizza in allungo il russo Zakarin, Nessuno si muove per fermarlo (quando parte Nibali, Quintana spedisce subito Amador alle sue calcagna….) e conclude a 19” dal prode Polanc. Con 29” di ritardo giunge Thomas, quindi Pinot e Dumoulin. Nibali arriva 10° con Nairo alle spalle (guarda caso!).
Adesso Nibali e Quintana e gli altri scalatori di rango si danno appuntamento a domenica prossima con la scalata del Blokhause e partenza da Montenero di Bisaccia (Cb).
Giovanni Monaco