Non solo gare a Pyeongchang: prende piede anche la lotta all’omofobia

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Updated: Febbraio 19, 2018

Le Olimpiadi invernali di Pyeongchang 2018, che stanno regalando grandi soddisfazioni al nostro paese (come l’oro di Arianna Fontana e Michela Moioli), ogni giorno stanno dando prova di un vero spettacolo di abilità e talenti nei diversi sport con atleti provenienti da tutto il mondo.

Ma oltre ad essere il palcoscenico ideale per esaltare gli sport invernali e una sana competizione, in questa edizione firmata 2018 stiamo assistendo anche ad altre manifestazioni che esulano dal contesto sportivo ma rappresentano dei momenti di grande spessore a livello umanitario.

Oggi a fare discutere, nel bene e nel male, è il bacio avvenuto poco prima della gare di slopestyle tra l’atleta Gus Kenworthy e il suo compagno nella vita Matthew Wilkas. Inaspettato e fuoriprogramma, è diventato il momento culminante della giornata e ha segnato una svolta importante nella storia dell’omosessualità.

Finora non era mai successo prima d’ora che un atleta in gara alle Olimpiadi fosse in grado di mostrare pubblicamente il suo amore verso un’altra persona dello stesso sesso. Così facendo, Gus Kenworthy è diventato l’idolo del movimento LGBT.

Non sapevo di essere ripreso, era una cosa che volevo fare dalle ultime Olimpiadi, ma di cui avevo avuto troppa paura: dare un bacio al mio ragazzo. Essere in grado di farlo, mostrare questo amore al mondo, è incredibile. L’unico modo per cambiare le percezioni, abbattere le barriere e l’omofobia è attraverso la rappresentazione, e questo non è sicuramente qualcosa che ho potuto vedere da bambino, non ho visto un atleta gay alle Olimpiadi baciare il suo fidanzato

Ecco come il freestyler giustifica al mondo il suo gesto. L’atleta, che ha fatto coming out nel 2015, si dice sollevato e orgoglioso di essere portavoce della lotta all’omofobia in un contesto così importante come quello delle Olimpiadi: 

Ho fatto finalmente quello che a Sochi, dopo l’argento, avevo paura di condividere. Dal 2015, quando ho rivelato al mondo di essere gay, sono rinato. Penso che sia la cosa più importante al mondo, affinché tutti possano vivere la loro vita essendo se stessi ed essere autentici, onesti

Il “bacio olimpico” non è passato inosservato e rappresenta l’ennesimo passo verso la lotta contro i pregiudizi, per superare l’imbarazzo e la vergogna e smettere di nascondersi dietro false realtà, proprio come ha già dimostrato anche Adam Rippon, primo atleta dichiaratamente gay alle Olimpiadi.

E non è la prima volta che Kenworthy si fa portavoce di problematiche legate a pregiudizi, perché da quando ha dichiarato ufficialmente le sue preferenze sessuali si sente un uomo libero in grado di mettersi in prima linea per garantire a tutti gli stessi diritti:

Mi sento un portavoce contro i pregiudizi e da quando ho reso pubblico il mio orientamento sessuale sento di non dover più dare spiegazioni. Ho detto chi sono e ho fatto dei passi verso la leadership della comunità LBGT, perché non è che qui ai Giochi ce ne siano molti. Ho la mente sgombra e per me, anche se non sono andato sul podio, non è mai stato così facile gareggiare

E quale miglior contesto se non quello di Pyeongchang? Tra sport, passione e storie incredibili, le Olimpiadi invernali ci stanno regalando emozioni nuove, diverse dalle scorse competizioni, che rendono l’evento ancora più spettacolare.  

Dopo questo bacio, che ha fatto il giro del mondo, anche il dodicesimo posto dell’atleta passa in secondo piano, perché il primo traguardo è stato raggiunto: essere riuscito laddove altri non avevano avuto il coraggio di osare.

Mondiali.it

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