La ripresa del campionato si avvicina
Archiviato il primo mondiale invernale con la grande vittoria dell’Argentina sulla Francia...
La tragica morte di Ciro Esposito, il tifoso napoletano, ferito a Roma per la partita di Coppa Italia Napoli-Fiorentina il 3 maggio 2014, e successivamente deceduto dopo aver agonizzato 50 giorni in ospedale, ha e avrà delle conseguenze.
Dopo pochi giorni dalla morte di Esposito, due tifosi romanisti, in tempi diversi, sono stati accoltellati a Napoli. Non si può ancora ricondurre il fatto alla morte del tifoso napoletano, ma di certo l’appello alla non violenza fatto dalla mamma, dalla fidanzata e dallo zio di Ciro Esposito, servirà a poco. Perché è insita nella tifoseria italiana, e non solo, ma soprattutto, una forte aggressività: ovviamente si parla di tifo, ma bisognerebbe parlare di personaggi che realmente non sanno cosa significhi essere davvero tifosi. La scusa è l’attaccamento alla maglia, che può essere del Napoli, della Roma, della Juve, della Lazio, del Milan, dell’Inter (e così via): ma questa non ha nessuna importanza. E’ appunto solo una motivazione per colpire, ferire, fare a botte il tifoso della squadra avversaria.
Si arriva ad essere furiosi, rabbiosi, con voglia di spaccare il mondo, per i motivi più svariati: ma sembra quasi che indossare la veste del tifoso, per alcuni, significhi voler mostrare la violenza a tutti i costi. Ci sono città e squadre, non ce lo nascondiamo, che sono più inclini a manifestare aggressività. Ma nessuno stadio di calcio italiano, ormai, è scevro dall’avere una tifoseria violenta che danneggia il calcio. Le cause potrebbero essere: disagio economico e sociale, noia, nessun interesse a parte il calcio, tanto per fare degli esempi. Ma resta comunque inammissibile arrivare a degli eccessi come quelli visti a Roma per la finale di Coppa Italia.
Indubbiamente le misure da prendere dovrebbero essere quelle già prese da nazioni che conviveano con la violenza quanto e più di noi. Gli hooligans inglesi, e tutte le violenze negli stadi inglesi. Ma sono stati fermati con provvedimenti davvero duri. E ora le eco di situazioni tragiche agli stadi inglesi son più che lontani. E allora perché non attuarle anche da noi? Perché aspettare sempre che scappi un nuovo morto e continuare a non adottare nessun rimedio?